
Dopo il lavoro di consolidamento e di restauro dell’altare in muratura, la ditta Nicola d’Aramengo affronta la pala d’altare a retablo che lo sovrasta. Sono molti i misteri del manufatto: o prelevato da una parete, o dipinto per l’occasione su di una nuova vela di mattoni e calce, che nasconde in parte gli affreschi retrostanti e che poggia sul primitivo altare ed impone il suo allargamento. Dopo una pulitura accurata della superficie pittorica, viene effettuata una delicata e impercettibile integrazione delle lacune. L’affresco, che non ha perso in nulla la sua patina di antico, rivela particolari prima nascosti, come la parte in alto a destra dell’Annunciazione, che si rivela incompiuta e solo abbozzata. I tratti della Madonna splendono di una grazia rinnovata.