Un evento importante per San Bernolfo: si riparte ! Sabato 15 aprile, al pomeriggio, si aprono al mondo i nuovi affreschi rispuntati da sotto la calce dell’abside, dopo i restauri: una trecentesca Madonna di Misericordia incoronata (la prima Regina Montis Regalis, possiamo dirlo ?), santi mantellati, fregi, evangelisti… appuntamento con il soprintendente, che ce ne svelerà i segreti, con il film di Remo Schellino che ci racconterà cinque anni di lavori, e con …gli affreschi, ad ingresso ovviamente libero. A sabato 15 !

San Bernolfo, poco per volta, nel silenzio, sta davvero rinascendo.  In un edificio ormai messo al sicuro da umidità e infiltrazioni, nel corso dell’estate sono stati liberati da uno spesso strato di calce gli affreschi trecenteschi dell’abside: una teoria di santi importanti sovrastata da una Madonna di Misericordia con il manto aperto a protezione dei Monregalesi (la cappe

lla, non dimentichiamolo, è il santuario del primo patrono della città), attorniata dai simboli dei quattro Evangelisti. La Madonna rivede la luce dopo settecento anni: è forse la Maria più antica della città, ha il volto sorridente ma lo sguardo severo, nella sua intensità bizantina, specchio di una Mondovì allora in grande crescita, orgogliosa e indipendente.

I restauratori si stanno ora occupando del velario nella fascia bassa dell’abside, con un lavoro difficile e delicato. Lavoro impegnativo anche economicamente: ma gli amanti delle cose belle e i monregalesi attenti alle proprie radici non faranno mancare il loro sostegno concreto. Non vogliamo fermarci, sulla base di questa certezza.

Abbiamo messo in campo una variegata iniziativa autunnale di finanziamento. Sabato 16 novembre, dalle quattro del pomeriggio nell’oratorio del Ferrone, vendita dei prodotti della terra e del Pane di San Bernolfo, cotto per l’occasione dai nostri volontari. Alla sera, proiezione del film il ragazzo che catturò il vento , a cura della Biblioteca del Ferrone. Domenica 17 (tradizionale Giorno del Ringraziamento per la nostra parrocchia) dopo la messa delle 11, Pranzo del Ringraziamento nel salone parrocchiale, con un ricco menù autunnale.

Ti chiediamo di partecipare in qualche misura a questi eventi, facendo appello alla tua generosità.

Il ricavato delle iniziative andrà interamente al restauro in corso degli affreschi trecenteschi dell’abside della cappella.

È gradita la prenotazione per il pranzo (parrocchia: 017442243; Cesare: 3487227210; Stefano 3479715730) entro il 14/10.

Per contributi liberali ai restauri: bonifico con causale “Pro San Bernolfo” su IBAN IT44P0629546480000001604916.

Venerdì 7 giugno, alle ore 20,45, proposta di Concerto spirituale del Centro Lettura e Cultura “Franca e Mario Gasco” (che anima la Biblioteca del Ferrone) e del Comitato San Bernolfo: uno spettacolo all’antivigilia della Pentecoste, dal titolo evocativo: “Di ogni nazione che è sotto il cielo”. Testi letterari e non si alterneranno a brani magistralmente eseguiti dal coro Cum Corde guidato da Daniele Bouchard. Il  percorso intende mettere a fuoco i temi della festa cristiana, ed in particolare il richiamo alla molteplicità delle lingue e dei popoli che si riconduce ad unità, e soprattutto all’azione dello Spirito vivificante che porta “Le relazioni umane dallo scontro all’incontro”. Interessante, certamente, anche per la scommessa della location: la chiesa di Santa Maria Maggiore al Ferrone. L’ingresso è libero, tutte le offerte raccolte andranno a finanziare i restauri del ciclo pittorico dell’abside della cappella di San Bernolfo.

Duilio Albarello

A misura d’uomo

La salvezza per la città

(ed. Messaggero)

Venerdì 26 aprile – ore 20,45

Salone parrocchiale del Ferrone

Ingresso libero

Le offerte raccolte durante la serata verranno devolute per i restauri della cappella di San Bernolfo

 

Martedì 6 novembre, i restauratori della ditta Nicola d’Aramengo salgono sui ponteggi con i loro bisturi ed i loro martellini e iniziano a grattare via i tre strati di calce che coprono gli affreschi. Cosa ci sia sotto il bianco dell’abside nessuno lo sa. I lavori sono finanziati dalla Fondazione CRC. L’altare restaurato con i fondi messi a disposizione dal Rotary Club di Mondovì è stato impacchettato coma un regalo di Natale, per evitare danni al bel lavoro già compiuto. E’ sicuramente il momento più importante di tutto il lavoro attorno alla cappella. Un viaggio a ritroso nel tempo, una restituzione. E’ la ragione per cui da tre anni lavoriamo: togliere quella patina di tempo e scoprire cosa c’è sotto. Mondovì non è immobile come spesso appare: noi, ad esempio,  ci muoviamo. La Sovrintendenza ci ha chiesto di non rendere pubbliche queste fasi in streaming, che comunque la webcam riprende e custodisce, e metterà a disposizione in un secondo tempo. E’ questione di poche ore: sotto i colpetti leggeri del martellino compaiono una grande madonna con il manto aperto e dallo sguardo diretto, con due angeli ai lati. Ha il viso severo, arcaico, antico. Porta una corona sul capo. Compare poi un bel fregio sull’arcone. Ci vorranno ancora settimane per avere tutto il ciclo dell’abside scoperto. Ma già la meraviglia è tanta. Tutto torna: nella cappella che ospitò la tomba del primo patrono di Mondovì, non poteva che esserci un’icona a protezione della città e dei Monregalesi. Un piccolo duomo prima che Mondovì fosse una Diocesi, e prima che a San Bernolfo venisse affiancato il san Donato di Arezzo. Prima che fosse costruito un duomo rinascimentale in Cittadella, prima che la Vergine di Vico diventasse l’icona del Mondovì moderno, icona identitaria di una resistenza sconfitta. Prima di tutto questo, già la Vergine era stabilita a protezione degli uomini del Monte, con il suo mantello. E’ un nuovo tassello, inedito, alla storia della città.  Il lavoro è ancora molto: dopo la descialbatura, il fissaggio e il restauro vero e proprio ci saranno altre pareti da scoprire e altri lavori da fare e da finanziare, e tutto ciò che permetterà di rendere fruibile e viva San Bernolfo. Ma sappiano i Monregalesi che da oggi nella loro già bella città c’è un nuovo gioiello, una nuova/antica bellezza da esplorare e da interrogare, un altro pezzo di Medioevo di cui andare fieri e di sui sentirsi figli.

 

Il 4 ottobre 2018, festa di San Francesco  (ritratto sulla facciata della nostra cappella) iniziano i restauri del gioiello della cappella. Sotto la cura della restauratrice il curioso altare, costruito in due tempi successivi tra i secoli XIV e XV e ricoperto da due diversi “paliotti” dipinti, con il suo retablo quattrocentesco ad affresco. Qui stanno le immagini più note e affascinanti : la graziosa madonna con il bambino, affiancata dai santi Bernolfo e Donato e  sormontata dal’icona del “Cristo malinconico”: raffigurazione di origine nordeuropea, su cui Giovanna Galante Garrone ha speso parole illuminanti nel volume “Sguardi su San Bernolfo” uscito l’anno scorso a cura del Centro Studi Monregalesi. Il restauro conservativo, che avviene di concerto con la Soprintendenza ai beni artistici del Piemonte, è stato affidato alla ditta Alessandro Nicola D’Aramengo. Doveroso il ringraziamento del comitato San Bernolfo e di tutti gli appassionati d’arte monregalese a chi ha reso possibile l’intervento con una donazione consistente, il Rotary Club di Mondovì. Allo stesso modo va ringraziata la Fondazione del Credito cooperativo di Pianfei e Roccadebaldi – Verde Blu onlus, che ha da parte sua finanziato generosamente i lavori sotto il pronao esterno quattrocentesco dell’attuale porta d’ingresso. Non appena giungerà l’autorizzazione della Soprintendenza, infatti, partirà il restauro dell’affresco della Madonna di Vico, che sovrasta la porta, e che contiene una rappresentazione monocroma della cappella stessa molto interessante sotto il profilo storico, dal momento che vi compaiono edifici ora scomparsi. I lavori sono delicati ed intriganti, per la zona su cui si trova l’affresco (forse sede di un antico altare esterno): verrà saggiata l’esistenza di decorazioni sottostanti e liberate porzioni del fregio attorno all’ovale ancora sotto calce. Sono stati affidati alla ditta monregalese Compagnia del Restauro.

 

Venerdì nove febbraio, al teatro parrocchiale del Ferrone, attori e musicisti bravissimi impegnati a far rivivere novelle del Seicento sepolte da secoli. Una serata riuscita, per partecipazione di pubblico e per il fascino trasmesso. Amore e morte, tragedia e commedia, libertà e divieto… emozioni rare, un’avventura della mente e della coscienza (del tempo, della parola, dei legami umani). Un viaggio rischioso e originale in nome di San Bernolfo e del suo restauro; intrapreso dal Comitato omonimo e dalla Biblioteca del Ferrone, con la regia attenta e sensibile di Elena Griseri.

Nella foto, da sinistra  destra, i protagonisti della serata: la “riesumatrice” di libri (e curatrice del volume “Cento Novelle amorose dei Signori  Accademici Incogniti”, 1651  – Aracne 2017) Tiziana Giuggia, il “facilitatore” (e coordinatore del Comitato San Bernolfo) Cesare Morandini, gli attori Elena Griseri (regista della serata) e Mario Rossetti, i musicisti Marco Marenco (chitarra) e Pietro Roatta (violoncello). Un ringraziamento anche a Livio Attanasio direttore della Civica, custode ufficiale dell’edizione seicentesca delle Novelle, che ha presentato il Fondo storico della Biblioteca, e a Laura Gasco, coordinatrice della Biblioteca del Ferrone.

 

Il Comitato San Bernolfo e la Biblioteca “Franca e Mario Gasco” (parrocchia S.Maria Maggiore – Mondovì Ferrone) propongono:

Venerdì 9 febbraio 2018, ore 21

Sala del Teatro parrocchiale – Parrocchia di S.Maria Maggiore

via S.Bernolfo 16 – Mondovì Ferrone

venerdì sera alla scoperta di un libro: 

Cento Novelle Amorose de i Signori Accademici Incogniti

(a cura di Tiziana Giuggia, Roma 2017)

interventi di :

Livio Attanasio (Il fondo storico della Biblioteca civica di  Mondovì)

Tiziana Giuggia (Le “Cento novelle”)

Cesare Morandini (moderatore)

Elena Griseri, Marco Rossetti (voci recitanti)

Marco Marenco (musiche)

Pietro Roatta (violoncello)

 

Con il patrocinio del Comune di Mondovì

Con il contributo della Fondazione CRC – Bando Patrimonio Culturale

 

In vendita (12 euro) presso la parrocchia del Ferrone, la Cartolibreria Calandri e la Libreria Monregalese di Piandellavalle. Il ricavato della vendita verrà interamente impiegato per i restauri.

 

In copertina c’è il prezioso busto d’argento del santo, custodito nella sacrestia del Duomo. E’ l’ultimo numero di Studi Monregalesi, ben illustrato, interamente dedicato alla cappella. Raccoglie cinque studi, in parte provenienti (grazie alla paziente trascrizione di Simone Mammola) dal convegno del 22 ottobre 2016, in parte originali. Dopo l’introduzione del curatore Cesare Morandini, il libro riporta il contributo di Giancarlo Comino, che, proprio a partire dal busto riprodotto in copertina e dal suo committente (1444), ripercorre le vicende della devozione verso il santo, tra misteri, leggende e deliberate mistificazioni. Prosegue con quello di Sandro Lombardini, appassionato studioso della Mondovì di Età moderna, che riesce, con un testo di grande suggestione, a definire il contesto storico ed economico delle stesse vicende, con una particolare attenzione al periodo della realizzazione del retablo dell’altare, nel pieno del Rinascimento monregalese. La devozione per il santo, primo patrono della città, segue le fortune dei ceti sociali della città bassa a lui legati, e in definitiva della stessa Mondovì, nel periodo del suo massimo splendore economico e politico. Lorenzo Mamino si incarica di seguire le complesse vicende della costruzione dell’edificio, tra ampliamenti, sopraelevazioni, cambi di ingresso. Con una ipotesi di grande interesse, legata proprio all’origine del retablo e del suo supporto murario: proveniente forse dalla parete esterna dell’ingresso attuale protetta dal portico, sede di un altare attestato fin dai primi secoli di vita della cappella.  Massimo Bartoletti, della Soprintendenza ligure, si concentra sulla veste pittorica, innanzitutto analizzando gli affreschi affioranti dall’abside, ed in particolare il secondo santo da sinistra, vestito ed acconciato secondo i dettami della moda cortese dei primi decenni del Trecento. Si sofferma poi sul retablo dell’altare, il cui autore, “maestro di San Bernulfo”, è identificato come l’autore anche degli affreschi della Madonna del Bricchetto di Morozzo e di Santa Maria della Pieve di Beinette, voce importante del Rinascimento monregalese. Conclude il volume l’intervento di Giovanna Galante Garrone, che si concentra sulla rappresentazione del Cristo Pensieroso, forse la più caratteristica della cappella, evidenziandone la tradizione nordica, con dovizia di riferimenti alle immagini, e scovando altre realizzazioni anche italiane, come la pala di Defendente Ferrari a Bergamo, dove il Cristo ha la stessa postura ed atteggiamento di quello del Ferrone.